La casa vegana “cruelty free” è la nuova frontiera del design immobiliare.
E’ boom di richieste di soluzioni create senza utilizzare nessuna sostanza che derivi dal mondo animale:
- dai mobili ai cuscini,
- dalle strutture in legno fino a vernici e candele:
- divani in pelle di mele, piumoni con imbottiture derivate da mais o bambù, candele di soia,
- vernici che non usano caseina,
- strutture in legno realizzate senza l’impiego di colle di origine animale e coibentata in canapa, paglia o sughero.
Il sole 24 Ore ha anticipato una ricerca di Conlegno (Consorzio senza scopo di lucro aderente ad Assolegno, nato con l’intento di tutelare il patrimonio forestale e la biodiversità), la quale ha certificato che la “casa vegana” è una tendenza che sta prendendo piede anche nel nostro Paese, dove la percentuale di vegetariani è arrivata al massimo storico dell’8,9% con i vegani che sono il 2,2%.( dati Eurispes).
La prima volta in Italia
Il primo a introdurre il concetto di “casa vegana” nel nostro Paese fu o l’israeliano Erez Bevi Pana nel 2018 al Salone del Mobile di Milan, dove ha presentato “Vegan design – Or the art of reduction”, mostra avente lo scopo di evidenziare il potenziale dell’arredamento senza materiali di origine animale; ad esempio, la pelle di divani, sedie e poltrone può essere sostituita con materiali ottenuti da fibre vegetali come il Piñatex, dalle foglie di ananas.
Il fenomeno ha varcato i confini dell’avanguardia e delle produzioni artigianali e in pochi anni si trovano opzioni per ogni fascia di prezzo: Zara Home, ad esempio, ha scelto di aumentare impiego di materiali ecologici e Ikea è stata premiata sempre dal Peta per Fårdrup, tappeto in finta pelle di pecora.
Famosa poi l’installazione parigina nata dalla collaborazione tra Cassina e Philippe Starck, di Croque La Pome, il divano Volage EX-S realizzato in edizione unica con l’Apple Ten Lork, rivestimento a base di mele prodotto dall’italiana Frumat.
Vegano, inoltre, non significa per forza naturale: grazie al lavoro del Cassina Lab, che unisce il centro ricerca dell’azienda con il Poli.design del Politecnico di Milano, tutti i divani della collezione 2020 sono imbottiti con una nuova fibra riciclata al 100%, ottenuta da Pet proveniente da Paesi in via di sviluppo.
Fra questi, il Sengu Sofa di Patricia Urquiola.
I materiali “cruelty free”
Lino, canapa, bambù, rafia, igusa, abaca o plastiche riciclate sono i materiali scelti e selezionati per gli arredi di Eres, la nuova collezione 2021 di Paola Lenti che include il divano Frei, le poltrone e divani Vespucci e la poltrona e chaise-longue Hiro.
Con plastica riciclata sono realizzati poi i cuscini Nomad Taurus di Weaver Green.
Lana, piume o fibre artificiali possono, inoltre, essere sostituite con il kapok, frutto della Ceiba, albero diffuso in sud America e utilizzato per imbottiture naturali.
Il piumone nel letto può essere realizzato con materiali derivati da bambù o fibra di mais.
Fra i marchi più noti, la Hefel textil produce un piumino in Tencel, al 100% legno.
Ancora: la seta (che “sfrutta i bachi” per la produzione) si può sostituire con tessuti come il cotone.
È poi possibile anche sostituire le candele “tradizionali” con quelle a base di soia, prive di cera d’api e altri additivi. Da prediligere anche spazzolini vegetali, bowl in cocco e posate in bambù come quelle commercializzate da Bowlpros.
A Londra, infine, è nata la prima suite cruelty-free al mondo: ospitata all’interno di un lussuoso hotel, fornisce ai clienti shampoo e bagnoschiuma vegani, naturalmente con packaging 100% riciclabile.
Articolo scritto da
Dott. Fortunato Vadalà
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